Psicologo Paola Fumagalli

LA MEMORIA E I FALSI RICORDI

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La memoria è il complesso processo cognitivo con cui si registrano, immagazzinano e recuperano le informazioni nella nostra mente.


Memorizzare gli eventi del passato è fondamentale per apprendere dalle proprie esperienze, adattandosi all’ambiente in modo sempre più adeguato.


Attraverso i cinque sensi e le emozioni, la memoria crea i ricordi e permette di costruire un senso unitario di chi siamo.

DIMENTICARE È IMPORTANTE

Per ricordare è fondamentale dimenticare. Se i ricordi non svanissero mai, la nostra mente sarebbe così sovraffollata di informazioni da generare un perenne caos.


Quindi la memoria, per raccogliere informazioni, deve lavorare in base al principio di economia cognitiva, eliminando tutte le informazioni superflue o già immagazzinate.


Esistono appositi neuroni che permettono al cervello, durante il sonno, di liberarsi dei ricordi inutili.  Questa abilità sembra appartenere all’ippocampo, struttura cruciale nel cervello per la formazione dei ricordi.


Un giusto equilibrio tra ricordare e dimenticare permetterebbe quindi di adattarci a nuove situazioni e di trattenere informazioni generali eliminandone i dettagli specifici.


La memoria permette così di trasmettere solo le informazioni più utili, non quelle più accurate, permettendoci di prendere decisioni più intelligenti.

LA MALEDIZIONE DELLA MEMORIA INCANCELLABILE

Esistono casi in cui il meccanismo di cancellazione dei ricordi non funziona e la “troppa” memoria diventa una vera e propria maledizione.


Si definisce ipertimesia la condizione per cui un individuo possiede una memoria autobiografica che permette il ricordo di tutti gli eventi vissuti nella propria vita.


Questi soggetti ricordano dettagliatamente quasi tutti i giorni della propria esistenza, così come gli eventi pubblici che abbiano un significato personale.

L’ipertimesia non permette di decidere cosa ricordare. Quando si nomina una data qualsiasi, il soggetto ricorda chiaramente tutto ciò che è avvenuto quel giorno, comprese emozioni e sensazioni.


Chi ne soffre definisce però i ricordi come “estenuanti ed incontrollabili”. Si è condannati a ricordare vividamente anche ogni figuraccia, sconfitta lavorativa, delusione amorosa, lutto.

Tutto riemerge costantemente come un chiaro e dettagliato flashback, senza permettere mai liberi di lasciarsi alle spalle il passato.

COME NASCONO I FALSI RICORDI?

La memoria non è un magazzino di informazioni statico ma, anzi, è in continua modifica e rifacimento. Ecco perché molte esperienze che siamo convinti di aver vissuto non sono in realtà mai avvenute o sono accadute in modo diverso.


Si parla quindi di falso ricordo per indicare un evento passato che per la nostra mente è assolutamente reale ma che in realtà non è mai avvenuto.

Basti pensare che per la scienza è impossibile ricordare qualcosa prima dei 2 anni di vita. Eppure quasi il 40% degli adulti è convinto di ricordare eventi di quando era ancora molto piccolo.


In realtà si creano falsi ricordi a causa delle emozioni e delle distorsioni che intervengono ogni volta che si racconta il ricordo. Ciò che sembra un ricordo reale è invece una rappresentazione mentale creata a partire da esperienze precoci a cui si sovrappongono fatti ed eventi che altri hanno raccontato sulla nostra infanzia.

UN ESEMPIO DI FALSO RICORDO

Un esempio può essere l’esperienza di Jean Piaget, importante psicologo infantile.


Il primo ricordo di Piaget era di essere stato rapito all’età di due anni.


Di questo episodio l’uomo ricordava diversi dettagli: si rivedeva in carrozzina mentre la sua balia si difendeva contro il delinquente, ricordava i graffi sul viso della donna e il poliziotto che con un bastone bianco aveva inseguito il rapitore. La storia era confermata dalla tata, dalla famiglia e da altri che ne erano a conoscenza. Piaget era così convinto di ricordare l’evento.

In realtà, il sequestro non era mai avvenuto: infatti, tredici anni dopo il presunto tentativo di rapimento, la prima tata di Piaget scrisse a suoi genitori per confessare di aver inventato l’intera storia.


In seguito Piaget scrisse: «Devo dunque aver sentito, da bambino, il resoconto di questa storia… e devo averlo proiettato nel passato nella forma di una memoria visiva, che è la memoria di una memoria, ma è falsa».

TUTTI ABBIAMO FALSI RICORDI?

Gli individui più soggetti ai falsi ricordi sono i bambini e gli anziani.

I bambini hanno, infatti, una memoria ancora in fase di sviluppo mentre gli anziani in fase di cambiamento o deterioramento.

Tuttavia sono frequenti anche nelle persone che hanno una vivida immaginazione e tendono ad arricchire di dettagli i racconti. Oppure in coloro che hanno pensieri ricorrenti o, come i bambini, tendono ad assecondare chi li sta interrogando.


È dunque estremamente difficile valutare la veridicità di una memoria.


E anche se giuriamo di dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità…potremmo sbagliarci.

Paola Fumagalli

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